Lucio Apuleio

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Giosanto
view post Posted on 26/8/2007, 08:47




Nacque a Madaura, piccolo ma importante avamposto romano in Africa Occidentale, attorno al 125 d.C. Il prenome Lucio, dato da alcuni codici, è sospetto, poiché coincide con quello del protagonista-narratore del romanzo apuleiano. Il padre, che fu anche duumviro (cioè console, la più alta magistratura municipale) della città, lasciò a lui e al fratello una eredità di quasi 2 milioni di sesterzi. I primi studi, grammaticali e retorici, li fece a Cartagine, dove fu forse iniziato al culto di Esculapio, corrispettivo romano del dio greco della guarigione Asclepio. Poté quindi approfondire poesie, geometria, musica, e soprattutto filosofia ad Atene, dove fu certamente iniziato a vari culti di una certa importanza tra i quali quello dei misteri Eleusini. La vita di Apuleio fu caratterizzata da un grande amore per i viaggi: brillante conferenziere e curioso d'ogni scienza, filosofia o culto, fu a lungo una specie di clericus vagans del suo tempo. Si recò a Roma dove fu iniziato al culto di Osiride e di Iside e praticò con successo l'avvocatura. Sulla via di Alessandria, si imbatté in un vecchio compagno di studi, Ponziano; approfittò della sua ospitalità e fu coinvolto in una storia che avrebbe lasciato un segno indelebile nella sua esistenza, sin qui felicemente errabonda. Ponziano aveva una madre, Pudentilla, vedova, non bella ma con un considerevole patrimonio: egli volle che Apuleio, fidato amico e, in quanto filosofo, indifferente alla ricchezza, la sposasse. Apuleio a lungo recalcitrò, ma alla fina cedette e sposò la donna, e alla morte di Ponziano i parenti di Pudentilla, per timore di perdere la ricca eredità, gli intentarono un processo, accusandolo di aver sedotto la donna con le sue arti di mago. Il processo si celebrò a Sabràta tra la fine del 158 e gli inizi del 159 d.C. Dopo essere stato assolto, Apuleio fissò la sua dimora a Cartagine, dove forse rimase fino alla morte. Carico di gloria per i molti libri scritti e per le statue erette in suo onore, fu anche per un anno sacerdote della provincia: una carica di grande prestigio, religiosa e civile insieme, a cui era affidato il culto dell'imperatore e di Roma, ma anche funzioni di governo e di rappresentanza. Poiché dopo il 170 non si ebbero più sue notizie, la sua morte è avvolta nel mistero.



 
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Giosanto
view post Posted on 28/8/2007, 11:21




Apuleio scrisse moltissimo: di tutto, in versi e in prosa, in greco e in latino, anche se molto è andato perduto. Dei Carmina amatoria ci restano 2 epigrammi conservati in Apologia 9, dei Ludicra ancor meno, degli Hymi in Aesculapium e della produzione in greco non è rimasto nulla. Della prosa latina, vastamente enciclopedica, si son perse sia opere scientifiche (De arboribus, De re rustica, Naturales quaestiones, De musica, De arithmetica) che di varia erudizione (Quaestiones conviviales, De republica, De proverbiis), nonché una traduzione del Fedone platonico. In compenso, parte di ciò che ci è giunto sotto il suo nome non è autentico, pur rientrando nella sua ottica di indagatore curioso dei culti misterici e dei segreti della natura. Si sono salvate, tuttavia, alcune importanti opere a carattere filosofico-scientifico, una raccolta di conferenze, schede, estratti d'interesse retorico ed erudito (Florida, l'Apologia, e sopratutto gli undici libri del romanzo delle metamorfosi.

 
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