| La predicazione di Maometto non fu affatto facile. I Qurayshiti la osteggiarono, perchè il rigido monoteismo predicato dalla nuova religione mette in discussione la società tribale tradizionale e la centralità di La Mecca, da loro controllata, punto d'incontro dei culti più vari. D'altra parte, però, il messaggio di Maometto toccava alcuni temi nevralgici della società araba: annunciava una speranza di salvezza eterna, esortava alla carità e alla generosità verso i deboli, difendeva le donne, predicava la fratellanza e l'unità fra tutti i credenti; attraverso il vincolo religioso, Maometto proponeva una profonda trasformazione del costume arabo, sostituendo al vincolo tribale quello tra i fedeli appartenenti alla umma, la nuova communità. Un messaggio radicale, che fece proseliti presso i ceti inferiori e diseredati, quanto presso una parte dell'elite araba, interessata a stabilire un ordine sociale e religioso stabile, dopo secoli di caotiche lotte tribali. La svolta si ebbe quando lo scontro con i notabili di La Mecca indusse Maometto a fuggire (hijra, "migrazione, da cui egira) con i suoi fedeli verso Yathrib, che sarebbe divenuta Medina (la "città del profeta"). Il 622, l'anno dell'egira, rappresenta per i musulmani l'inizio di un'era, come per i cristiani la nascita di Cristo. A Medina, Maometto si trasformò in un capo politico e nel leader di un gruppo armato, che assunse in breve tempo il controllo della città e nel 630, dopo lotte sanguinose, di La Mecca, dove vennero distrutti gli idoli contenuti nella Kaaba e venne imposto il giuramento di fedeltà alla nuova religione. Due anni dopo, nel 632, morì, senza lasciare eredi maschi e senza stabilire regole per la successione.
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