Gli arabi

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Lord Revan
view post Posted on 30/6/2007, 22:56




La penisola arabica si estendeva a sud dei territori controllati dalla due potenze bizantina e persiana. Una distesa infinita di deserto battuta da un sole cocente e da un clima torrido impediva qualsiasi possibilità di sopravvivenza alle colture agricole sedentarie, che avevano costituito il perno delle civiltà orientali e mediterranee.
Protagonisti di questo difficile ambiente erano i beduini, i nomadi del deserto che vivevano di razzie e dei commerci con le ricche città della Siria e della Mesopotamia. Si fermavano nelle oasi, dove potevano ristorarsi; ma per lo più vivevano nelle tende e viaggiavano a dorso di un dromedario.
La tribù costituiva l'elemento sociale essenziale, nel quale ogni individuo maschio era inserito dalla nascita.
Solo più a sud, in quella che i romani chiamavano Arabia felix (e che oggi corrisponde più o meno allo Yemen), si erano sviluppate una civiltà urbana e a un'agricoltura piuttosto evolute.
Grazie ai commerci lungo le vie carovaniere, l'ebraismo e il cristianesimo (nella forma nestoriana e monofisita) avevano fatto la loro comparsa in Arabia, ma i beduini professavano una religione politeista molto più semplice ed essenziale.
Il suo centro era La Mecca, principale punto di snodo lungo l'itinerario delle carovane: era questa la meta del pellegrinaggio alla Kaaba (il "cubo"), un edificio che conservava la "pietra nera" (probabilmente un meteorite), che si diecva fosse stata portata dall'arcangelo Gabriele, e insieme a essa vari altri idoli.
 
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Lord Revan
view post Posted on 30/6/2007, 23:31




Verso il 570 a La Mecca, da una famiglia di commercianti decaduti, ma pur sempre all'influente clan dei Qurayshiti, nacque Muhammad, Maometto.
Grazie al matrimonio con la ricca vedova Khadigia, Maometto entrò a far parte dell'elite commerciale meccana.
Ma non era la vita da mercante a poter appagare le sue aspirazioni. Profondamente influenzato dai contatti con esponenti ebrei e cristiani, intorno al 610 iniziò la predicazione di una nuova religione, sulla base della rivelazione divina.
Secondo la tradizione, l'arcangelo Gabriele gli sarebbe apparso in sogno, esortandolo a diffondere la parola di Allah, l'unico vero dio, di cui egli era il nuovo profeta, ultimo di una lunga serie che, da Mosè a Gesù, avevano rivelato in modo via via più puro la parola divina.
Il credo predicato da Maometto era rigidamente monoteistico, e proponeva l'islam, la sottomissione alla volontà di Dio.

 
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Lord Revan
view post Posted on 1/7/2007, 23:35




La predicazione di Maometto non fu affatto facile. I Qurayshiti la osteggiarono, perchè il rigido monoteismo predicato dalla nuova religione mette in discussione la società tribale tradizionale e la centralità di La Mecca, da loro controllata, punto d'incontro dei culti più vari.
D'altra parte, però, il messaggio di Maometto toccava alcuni temi nevralgici della società araba: annunciava una speranza di salvezza eterna, esortava alla carità e alla generosità verso i deboli, difendeva le donne, predicava la fratellanza e l'unità fra tutti i credenti; attraverso il vincolo religioso, Maometto proponeva una profonda trasformazione del costume arabo, sostituendo al vincolo tribale quello tra i fedeli appartenenti alla umma, la nuova communità.
Un messaggio radicale, che fece proseliti presso i ceti inferiori e diseredati, quanto presso una parte dell'elite araba, interessata a stabilire un ordine sociale e religioso stabile, dopo secoli di caotiche lotte tribali.
La svolta si ebbe quando lo scontro con i notabili di La Mecca indusse Maometto a fuggire (hijra, "migrazione, da cui egira) con i suoi fedeli verso Yathrib, che sarebbe divenuta Medina (la "città del profeta").
Il 622, l'anno dell'egira, rappresenta per i musulmani l'inizio di un'era, come per i cristiani la nascita di Cristo.
A Medina, Maometto si trasformò in un capo politico e nel leader di un gruppo armato, che assunse in breve tempo il controllo della città e nel 630, dopo lotte sanguinose, di La Mecca, dove vennero distrutti gli idoli contenuti nella Kaaba e venne imposto il giuramento di fedeltà alla nuova religione.
Due anni dopo, nel 632, morì, senza lasciare eredi maschi e senza stabilire regole per la successione.
 
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Lord Revan
view post Posted on 9/7/2007, 01:04




Secondo la dottrina predicata da Maometto, ogni musulmano ha cinque doveri da rispettare (i pilastri dell'islam):

1. La professione di fede in Allahe nel suo profeta Maometto (shahadah);
2. La preghiera, da recitare cinque volte al giorno con grande concentrazione (salat);
3. L'elemosina ai poveri (zakat);
4. Il digiuno nel mese di Ramadan (sawn);
5. Il pellegrinaggio a La Mecca (hagg), da compiere almeno una volta nella vita.

Il comportamento e il rispetto di tali precetti rivestono un ruolo fondamentale all'interno della religione musulmana.
Il messaggio essenziale di Maometto è la shahadah, la professione di fede:
"Non esiste altro dio all'infuori di Allah, e Maometto è il suo inviato". Che cosa discende da questo principio? Anzitutto, la dipendenza totale degli uomini e del creato a Dio, l'unico a cui ciascuno dovrà render conto il Giorno del Giudizio, nell'aldilà. In secondo luogo, la necessità di vivere seguendo i dettami del Profeta, unico intermediario fra uomo e Dio.
Proprio in quanto non è previsto alcun filtro fra creatore e creature (tutte uguali al cospetto di Allah).
L'islam, a differenza dell'ebraismo e del cristianesimo, non prevede chiese, nè preti, nè sacramenti, ma si fonda su una pratica stabilita, che il credente deduce dal Corano (da qur'an, recitare), il testo, redatto alcuni decenni dopo la morte di Maometto, che raccoglie i detti del Profeta.
 
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3 replies since 30/6/2007, 22:56   266 views
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