| Gaio Flavio Valerio Aurelio Costantino (latino: Gaius Flavius Valerius Aurelius Constantinus;[1] Naissus, 27 febbraio 274 - Ancyrona, presso Nicomedia, 22 maggio 337), conosciuto come Costantino I e Costantino il Grande, fu imperatore romano dal 306 al 337. Costantino è una delle figure più importanti dell'Impero romano, in quanto il suo regno sancì l'inizio dell'alleanza tra stato e chiesa cristiana che caratterizzerà gli ultimi due secoli dell'impero.
Era figlio di Costanzo Cloro, che divenne imperatore romano nel sistema tetrarchico voluto da Diocleziano, e di Elena Flavia Augusta.
Detto Trachala, per il suo enorme collo, venne educato a Nicomedia presso la corte di Diocleziano, sotto il quale iniziò la carriera militare: fu tribuno ordinis primi, viaggiò in Palestina e partecipò alla guerra romano/danubiana, contro i Sarmati. Fu ancora con Diocleziano in Egitto nel 296 e quindi combatté sotto Galerio contro i Persiani e i Sarmati. Raggiunse il padre quando questi passò dal rango di cesare a quello di augusto nel 305 e lo seguì in una campagna militare in Britannia.
Alla morte del padre a Eburacum (York), Costantino il 25 luglio 306 fu proclamato augusto (imperatore di rango maggiore) dal generale Croco e dall'esercito, seguendo un principio dinastico invece del sistema di successione che aveva cercato di instaurare Diocleziano.
La crisi del sistema tetrarchico portò ad una lunga serie di guerre civili. Si ebbero inizialmente quattro augusti (Galerio e Massimino Daia in Oriente, Licinio in Illirico e Costantino nelle province galliche e ispaniche, mentre Massenzio, il figlio dell'antico collega di Diocleziano, Massimiano restava, come usurpatore a Roma, in Italia e in Africa).
Inizialmente Costantino si era alleato con Massimiano, in rotta con il figlio e ansioso di recuperare un ruolo nella politica imperiale, e ne aveva sposato la figlia Fausta. Massimiano era quindi morto nel 310.
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