| Dopo la morte del sovrano, però, L'Impero Bizantino entrò in una fase di profonda crisi. Crisi sociale, innanzitutto, dovuta alle spese per le campagne e all'esosità del fisco, che provocò tensioni e rivolte; il tutto aggravato da una micidiale epidemia di peste che colpì l'Impero già negli ultimi anni di vita di Giustiniano. Crisi politica, per l'instabilità del trono: nel 602 il legittimo imperatore Maurizio fu assassinato da Foca, un ufficiale sanguinario che instaurò un dominio tirannico. Ma soprattutto, crisi internazionale: in pochi decenni, infatti, non solo franò il progetto egemonico di Giustiniano, ma l'Impero Bizantino vide a rischio la sua stessa sopravvivenza. L'Italia, nel 569, fu in gran parte occupata dai longobardi; in Spagna i visigoti, convertitisi al cattolicesimo nel 589, scacciarono le truppe imperiali col supporto della Chiesa; i Balcani vennero progressivamente occupati da popolazioni slave; a Oriente, premevano i persiani di re Cosroe I e re Cosroe II, che miravano a impadronirsi delle coste mediterraneo del Medio Oriente per fare del loro impero un ponte tra Asia e Mediterraneo. Nel 619 i persiani, alleati con gli slavi e gli avari (una bellicosa popolazione turca originaria del mar Caspio), riuscirono a raggiungere il Mediterraneo, a conquistare la Siria e l'Egitto.
Fu questa la situazione che dovette fronteggiare l'imperatore Eraclio, salito al trono dopo aver rovesciato il sanguinario Foca. Eraclio avviò una robusta politica riformatrice, mirando soprattutto a difendere i piccoli proprietari che, dissanguati dal fisco e dalle guerre, sempre più spesso si mettevano sotto la protezione dei latifondisti, come era accaduto in Occidente. Per evitare che anche in Oriente lo stato si dissolvesse a favore dell'aristocrazia terriera, e per ricostituire la piccola proprietà contadina, Eraclio divise il territorio bizantino in distretti chiamati temi, all'interno dei quali assegnò ai soldati terre di proprietà imperiali o requisite ai latifondisti; favorì la colonizzazione di terre incolte; impedì la vendita el'ipoteca delle piccole proprietà. Eraclio reagì poi energicamente contro i persiani. Fra il 627 e il 628 li respinse dall'impero e li incalzò sul loro territorio, provocando la caduta e poi la morte di Cosroe II. Il figlio di questo, ormai battuto, resitituì a Costantinopoli l'Egitto, la Siria, la Palestina, parte della Mesopotamia e dell'Armenia. Bisanzio si era salvata, anche su un nuovo avversario si profilava all'orizzonte: gli arabi.
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