Celti, cenni storici

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Melisande
view post Posted on 23/5/2007, 18:53




Celti



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Tra la fine dell’ultima glaciazione (15000 a.C.) e l’inizio dell’età del Ferro (3200 a. C.) tutta l’Europa Transalpina vedeva pochi e sperduti insediamenti umani.
Fu dall’inizio dell’età del Ferro che alle rade popolazioni aborigene vennero gradatamente a sovrapporsene altre di cultura indoeuropea giunte in Europa dall'Asia centrale. I Greci li chiamavano ‘Keltoi’ ed i Romani ‘Galli’ dal termine 'galatae' ovvero 'bianchi come il latte' in riferimento alla carnagione chiara di questi popoli. I Celti si insediarono nella regione comprendente le sorgenti del Reno, del Rodano e del Danubio.

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Immagine dei primi insediamenti celti in Europa (thanks to Wikipedia)



Dal punto di vista linguistico 2800 anni fa questi proto-Celti si estesero all’attuale Francia e poi alla penisola Iberica dando origine ai Celtiberi. 2700 anni fa si espansero nell’attuale Belgio, Inghilterra, Irlanda, Cecoslovacchia. Nel primo millennio a.C. si assiste al periodo di massima fioritura della civiltà dei Celti in 15 milioni di abitanti. La nascita della cultura celtica propriamente detta va cercata quindi non nell'Asia Centrale, ipotetica patria delle genti indoeuropee, ma nell'Europa Centrale.
Erano un popolo di guerrieri liberi, diviso in tribù a loro volta divise in clan o genti, che facevano capo a un re. Solo al contatto con i Romani, conobbero anch'essi la schiavitù. Giulio Cesare parla di questi popoli germanici nel suo "De Bellum Gallicum" (metà del I secolo a.C.), una sorta di diario in cui racconta il contatto coi Celti della Germania di allora e la sconfitta del loro capo Vercingetorige, che aveva tentato fino all'ultimo di aggregare intorno a sé le sparse tribù galliche. Anche in nord Italia si è riscontrata la presenza di tribù celtiche, già dal VIII secolo a.C. (cultura di Golasecca). Nel III secolo a.C. i Romani conquistarono definitivamente in nord Italia, sconfiggendo i Celti, costretti ad emigrare a nord o a diventare schiavi. I culti e i miti celtici, successivamente, si fusero con le altre religioni dell'Impero. Ciò portò alla scomparsa, da lì a breve, dei Druidi, i sacerdoti celtici, a cui la tradizione attribuisce la costruzione del complesso megalitico di Stonehenge, in Inghilterra. Poco si sa della loro cultura e dei loro usi e costumi, perché prevalentemente venivano trasmessi oralmente, da padre in figlio. Forme scritte nel vero senso della parola non sono presenti, se non grandi e piccoli complessi megalitici, come a Carnac in Francia e Stonehenge, e altri isolati menhir, cui significato è ancora oscuro. Si pensa che questi blocchi di pietra, tra l'altro molto pesanti, potessero essere serviti ai Druidi come osservatori astronomici, grandi orologi solari, oppure come catalizzatori di energie telluriche cui uso si è andato perdendo nei secoli. Al tempo, molto più che nel nostro presente, era molto più importante l'osservazione degli astri, che i saggi collegavano al ciclo delle stagioni, utile per l'agricoltura, fonte primaria, insieme all'allevamento, per la sopravvivenza di quei popoli. I Celti usavano predire eventi futuri tramite divinazione, osservazione di segni naturali, che interpretati correttamente, potevano fornire importanti indicazioni per vivere correttamente. Il loro sistema di scrittura, trovato impresso su molti monoliti, era costituito da Rune, usate anche per predire il futuro. La caduta dei Celti fu dovuta soprattutto per via della loro mancanza di unità (un po' come accadde anche più tardi per i Longobardi). Ma i loro culti, le loro pratiche religiose, la loro mitologia, sopravvisse fino ai giorni nostri.

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Società e Cultura



Avvicinarsi alla civiltà celtica per la prima volta è un po' come fare un salto nel buio, poiché quello che ci si apre dinnanzi è un mondo alieno, basato su leggi e valori profondamente diversi dai nostri. Tra la nostra capacità di comprensione e il mondo celtico si frappone il baratro, sia della cultura greco-latina sia dell'influenza cristiana, che viziano, in modo sotterraneo ma determinante, la nostra interpretazione dell'esistenza.
I Celti vivevano in un modo completamente diverso da quello attuale e possedevano un differente concetto di cosa fosse il sapere.
La nostra concezione aristotelica della realtà pone l'accento sul "come" avvengono i fenomeni mentre un celta, dinanzi a un qualsiasi fenomeno naturale, non si sarebbe chiesto "come è avvenuto", bensì "perché". La filosofia aristotelica divide tutto in categorie e sillogismi, un ordine artificiale di pensiero che ben si adattava alla mentalità pratica dei romani che lo trasferirono negli ordinamenti civili e militari. Per il celta invece, le strutture portanti del pensiero erano di tutt'altro genere.
La loro posizione non era quella della scienza greca e romana di conquista della natura e dominio delle sue leggi. Per la filosofia celtica era ben più importante capire perché accadessero le cose, penetrare "il mistero del destino umano" per comprenderlo e abbandonarsi con entusiasmo all'inarrestabile flusso del Wyrd, il fato celtico. Nella civiltà celtica gli uomini non combattevano la natura, ma vi erano completamente immersi e se ne riconoscevano parte essi stessi.
Da questa disposizione di spirito discende tutto uno stile di vita, (un'etica, una filosofia, una religione, un'arte, una storia) profondamente diverso da quello Greco Romano. Proprio da queste diverse radici prende avvio il mistero del genio artistico dei Celti; un'arte indifferente alla bellezza classica, alla geometria esatta, alla riproduzione veristica della realtà, un'arte volta invece alla ricerca della libertà e dell'emozione.
Il celta viveva in comunione permanente con gli astri del cielo, con il vento, con gli alberi e i fiori, con gli uccelli che cinguettano e il cervo che bramisce. Un tale uomo non avrebbe mai capito il disprezzo per il mondo della natura che mostra talvolta la nostra civiltà. Inoltre, sempre ad accentuare questa differenza di concezione del mondo della cultura classica, la civiltà celtica, considerata gruppo indoeuropeo parente stretto di latini achei e dori, si distingue da essi per il suo arcaismo.
Non si può dire, come hanno fatto alcuni detrattori, che quella celtica sia una civiltà cui manchi la nozione di stato; al contrario, come quella dei Germani, forte del suo individualismo e della sua libertà, è una civiltà che si sviluppa su una via antitetica al concetto di stato autocrate e centralizzatore. Molte delle sue usanze caratteristiche, come la conservazione e l'ostentazione delle teste dei nemici uccisi, il patto di sangue, la struttura sociale basata sul clan famigliare, invece, collegano la società celtica alle epoche più antiche, di esperienze comuni a tutti i popoli indoeuropei prima della differenziazione.

Le abitazioni



La maggior parte delle fondamenta di case celtiche, ritrovate nell'Europa centrale, sono parzialmente incassate nel terreno per profondità che vanno da mezzo metro a più di un metro. In esse, alcuni gradini in pietra conducevano all'interno, ove sui lati si allungava una specie di profonda panca che di notte diveniva un letto. Al centro della casa, in una fossa o in una piccola alcova laterale, era ricavato il focolare che non restava mai spento, essendo al contempo fonte di calore e di luce in quelle abitazioni ove le uniche aperture erano la porta e il foro centrale del tetto da cui usciva il fumo.
Solitamente a pianta rettangolare (Europa Orientale), talvolta ovale o circolare (Gallia occidentale e isole Britanniche), le tipiche capanne celtiche presentavano due pali portanti verticali, eretti lungo l'asse principale della casa a 4-6 metri l'uno dall'altro. Questi dovevano sostenere il trave di colmo principale, su cui veniva costruita tutta la struttura del tetto. Inizialmente leabitazioni dei Celti furono realizzate con le pareti in cannicciato e fango; nell'ultimo periodo di La Tène divennero invece abituali le pareti in pietra a secco o a palizzata di tronchi, uniti da chiodi o da graffe in ferro, e poi imbiancate a calce.
Nelle zone paludose dell'Irlanda le fattorie rotonde venivano erette su isole artificiali o palafitte dette crannogs (dall'irlandese crann = albero) mentre nelle praterie irlandesi sorgevano un po' ovunque dei caratteristici fortini circolari, con spesse mura in pietra a secco, chiamati raths.
In una fattoria sperimentale a Little Butser sono state ricostruite alcune abitazioni e magazzini dell'età del Ferro di La Tène, rispettando fedelmente i dati archeologici ottenuti dai vari scavi eseguiti in Gran Bretagna.
La capanna principale è costruita su una pianta circolare, con il pavimento parzialmente interrato. Si tratta di una costruzione del diametro di 13 metri e alta 8 al centro, formata da tronchi d'albero scortecciati, lunghi sino a 10 metri, poggiati su un basso muro in pietra. La copertura del tetto è in paglia, le pareti in travi o in cannicciato, con le fessure ricoperte di fango secco.

Gli insediamenti



Presso le nazioni celtiche, la maggioranza della popolazione viveva in villaggi, o cascine isolate, che erano dislocati al centro dell'area da essi coltivata, circondati da vaste foreste e distribuiti con scarsa densità su di un territorio molto vasto.
Caio Giulio Cesare, nel De Bello Gallico, ci ha lasciato una ricca descrizione di "vici" e "oppida" formati da agglomerati di semplici abitazioni, la cui struttura a pianta circolare o rettangolare, era fondamentalmente sempre la stessa.
I vici erano villaggi non cinti da mura, composti da case isolate, fabbricate con pietra saldata con argilla, e con tetti in paglia o assi.
L'oppidum (plurale oppida) era una piazzaforte, per metà fortezza e per metà villaggio, ed era adibito a rifugio temporaneo per la popolazione dei dintorni nei periodi di crisi, e a residenza permanente per quel nucleo di guerrieri e di artigiani che formavano il seguito del Principe. In pratica, l'oppidum era una sorta di recinto fortificato, posto sulla sommità di ripide colline o in altri luoghi forti di facile difesa, come la confluenza di due fiumi, promontori su scogliera, limitare di altipiani, ecc. Ogni popolo celtico possedeva, di fatto, diversi di questi oppida.
Da Cesare sappiamo che la sola nazione degli Elvezi si estendeva su 400 vici e una dozzina di oppida. In Francia ne sono stati trovati dagli archeologi già più di 200, ma molti altri attendono ancora di essere scavati.

Cronologia



1000-800 a.C. - Primi insediamenti protoceltici di Golasecca (Como). Contemporaneamente si sviluppa in Austria la Cultura di Hallstatt.
520 a. C.- Lo scoppio di lotte tribali nel tratto superiore del Danubio porta alla devastazione degli insediamenti della valle del Rodano. L'interruzione dei commerci e lo Stato di Guerra permanente portano, verso il 450 avanti Cristo, alla fine della cultura di Hallstatt.
400 a.C. - Inizia la seconda grande invasione celtica in Italia settentrionale. Insubri, Boi, Senoni, invadono la pianura Padana sovrapponendosi a popolazioni celtiche già insediate da tempo e si scontrano con gli Etruschi.
388 a.C. - La nazione dei Senoni compie una spedizione contro Chiusi. La città etrusca di Melpun viene distrutta.
386 a.C. - I Romani subiscono una pesante disfatta alla confluenza del Tevere con l'Allia, Roma viene saccheggiata dai Galli.
385 a.C. - I Senoni si installano nel Piceno colonizzandolo nel 322 avanti Cristo. Polibio ci riferisce di un trattato di pace dei Senoni con Roma.
295 a.C. - Una coalizione di Senoni, Etruschi e Sanniti si ribella a Roma e viene distrutta a Sentinum.
294 a.C. - Arretium (Arezzo) viene presa e distrutta dai Celti.
278 a.C. - Brenno ferito a Delfi, si suicida a Eraclea. Una parte dei Celti, i Galati, proseguono le loro scorrerie oltre i Dardanelli stanziandosi al fine nel territorio che da loro prese il nome di Galizia. Il resto dell'orda celtica di Brenno viene sconfitta da un'armata macedone.
277 a.C. - Una parte delle tribù celtiche dell'esercito di Brenno in ritirata, i Bastarni, occupa una zona dell'attuale Bulgaria formando il regno di Tylis.
278-270 a.C. - I Galati servono prima come mercenari presso Nicomede, poi si danno ai saccheggi sino alla loro sconfitta finale da parte del Selucide Antioco I°, imperatore di Siria, che li sottomette confinandoli nel territorio che ancor oggi porta il loro nome.
268 a.C. - Con la fondazione della colonia di Ariminum (Rimini), inizia da parte romana l'esecuzione di un vasto piano di conquista dei territori Celtici in Italia. I primi a pagarne le conseguenze furono i Boi, stanziati da Bologna a Rimini.
268-267 a.C. - La fondazione di Sena Gallica segna la romanizzazione dei Senoni che scompaiono come tribù celtica.
230 a.C. - Attalo, reggente di Pergamo, dopo aver debellato totalmente un attacco dei Galati, fa realizzare una serie di grandi gruppi marmorei per eternare la sua vittoria. Oggi ne rimangono solo alcune copie romane tra cui il famoso "Galata morente" esposto a Roma presso il Museo Capitolino.
225 a.C. - Cinquantamila fanti e venti cinquemila cavalieri Celti varcano le Alpi e vengono sconfitti e massacrati dalle armate romane nella battaglia di Talamone (a nord di Orbetello) descrittaci dettagliatamente settanta anni dopo da Polibio (Storie, II-27)
222 a.C. - Gli Insubri vengono debellati a Clastidium sulla riva del Po. La loro capitale, Mediolanum (Milano), diviene colonia Romana. Stessa sorte seguono, nel 218 avanti Cristo, Placentia (Piacenza), roccaforte dei Boi, e Cremona sempre degli Insubri.
217 a.C. - Forti contingenti celtici aiutano l'armata di Annibale a sterminare le legioni romane presso il lago Trasimeno e nel 216 a Canne.
197 -196 a.C. - I Cenomani vengono sottomessi da Roma.
191 a.C. - Cadono le ultime resistenze sul campo dei Boi. Nel 189 la loro roccaforte di Bologna diviene colonia Romana. Nel 189 lo diviene quella di Modena e nel 183 è la volta di Parma, segnando così la fine del grande ramo italico del popolo dei Boi.
136 a.C. - I Celtiberi respingono l'assedio di Pallantia e braccano i Romani in fuga.
135 a.C. - Il console Tito Didio per rappresaglia massacra i Capi Celtiberi e le loro famiglie che aveva convocato a un banchetto con la scusa di firmare un trattato di pace con Roma.
133 a.C. - Cade Numanzia capitale dei Celtiberi, i Celti di Spagna che si erano alleati con Asdrubale fratello di Annibale contro Roma. Publio Cornelio Scipione, nipote dell'Africano, con 60.000 romani riuscì, dopo due mesi d'assedio, a prendere per fame gli 8.000 celtiberi ribelli. La Spagna era Romana.
123 a.C. - Il console Caio Sestio Calvino distrugge la capitale dei Salluvi, l'oppidum di Entremont, e fonda nei pressi la colonia Romana di Aquae Sestiae Salluviorum (Aix En Provence).
122 e 121 a.C. - Domizio Adenobardo e Quinto Fabio Massimo risalgono la valle del Rodano. Dai territori conquistati nascerà la Provincia Narbonnense.
113 a.C. - I Boi di Baviera e Boemia orientale respingono le tribù germaniche in migrazione, che si riversano sul Norico Romano.
107 a.C. - Gli Elvezi e alcune tribù Germaniche, al comando di Divicus, sconfiggono presso Agen, in Gallia, un esercito romano agli ordini del console Lucio Cassio Longino.
105 a.C. - Un'armata mista di germani e di Celti (tra cui compaiono Elvezi e Ambroni) attacca di nuovo la Provincia Narbonnense distruggendo, a Arausio (presso Orange), un esercito legionario forte di 80.000 uomini.
103 a.C. - Riunitasi per la terza volta, questa orda mista di Galli e di Germani, cerca di passare in Italia, ma viene fermata e distrutta dal console Mario prima nel 102 a Aix en Provence e poi definitivamente nel 101 nella pianura di Vercelli.
60 a.C. - Cade l'oppidum principale dei Boi a Bratislava, dando inizio alla cacciata dei popoli celtici dall'Europoa Orientale ad opera di Daci e Traci.
57-54 a.C. - Cesare conquista la Gallia.
55 e 54 a.C. - Cesare sbarca due volte in Gran Bretagna, vince tutte le battaglie contro i carri dei guerrieri celti, ma non riesce a conquistare l'isola.
53 a.C. - Vercingetorige organizza la rivolta prima presso la sua tribù, gli Arverni, poi, dopo aver sconfitto Cesare a Gergovia, riesce a legare a sé anche la potente confederazione degli Edui e con essi anche altre tribù minori.
52 a.C. - La città di Avaricum (Bourges) si ribella, nel suo oppidum si rifugiano più di 40.000 persone. Cesare la espugna e le legioni passano a fil di spada tutti i superstiti.
52 a.C. - Dopo essersi rifugiato ad Alesia (Alise Sainte Reine - Côte D'or) con più di 80.000 uomini, Vercingetorige viene assediato da Cesare e alla fine costretto alla resa.
16 a.C. - Un forte contingente di Marcomanni devasta gli oppida celtici in Boemia.
43 d.C. - L'Imperatore Claudio riavvia la conquista dell'isola di Britannia. Questa volta quattro Legioni al comando di Aulo Plauzio riescono a creare una testa di ponte che porterà alla colonizzazione dell'isola e alla sua creazione in Provincia Romana.
47-52 d.C. - Ostorio Scapula, Legato di Britannia, annette al dominio di Roma i territori sino al Galles.
60 d.C. - Svetonio Plautino combatte la battaglia di Mona Insula (Isola Anglesey) distruggendo il sacro centro dei Druidi di Britannia e massacrandone tutti i sacerdoti e le sacerdotesse riuniti sull'isola.
71-78 d.C. - Frontino, su incarico di Vespasiano, sconfigge e sottomette le ancor potenti tribù dei Briganti e dei Siluri.
84 d.C. - Il Legato Agricola, terminata la conquista del Galles, sconfigge definitivamente le selvagge tribù del Nord della Scozia, guidate dal Rix dei Pitti Calgaco, nell'ultima grande battaglia campale di Monte Graupius.
140 d.C. - L'Imperatore Antonino Pio, ripresa attivamente la lotta contro i razziatori celti del Nord della Scozia, sposta nuovamente il confine e fa costruire un secondo vallo (detto appunto "Antonino") più a Nord.
166-167 d.C. - I Romani in Britannia abbandonano il vallo Antonino e si ritirano definitivamente a Sud del vallo di Adriano.
208-211 d.C. - L'Imperatore Settimo Severo si reca in Britannia per combattervi le tribù celtiche in rivolta. Muore a Eburacum (York) nel 211.
212 d.C. - L'Imperatore Marco Aurelio Antonino, detto Caracalla, ritira tutte le guarnigioni romane dal Vallo di Adriano, sostituendole con truppe irregolari locali.
296 d.C. - Flavio Valerio Costanzio invade la Britannia per riprendere il governo dell'isola ad Alletto succeduto a Carausio.
dal 300 d.C. - Iniziano le incursioni di pirati Sassoni sulle coste del Nord-Est dell'Inghilterra.
367 d.C. - Il generale romano Magno Massimo (che i gallesi chiamano Maxen Wledig), a capo di una coalizione di tribù celtiche, debella totalmente un attacco congiunto di Pitti, Scoti e Sassoni, entrando nella leggenda celtica di Britannia.
410 d.C. - L'Imperatore Onorio ritira le ultime truppe romane dall'isola, comunicando agli abitanti che per il futuro dovranno provvedere da soli alla propria sicurezza.
417 d.C. - Secondo la leggenda, l'Imperatore Costanzio invia una legione in Britannia a sconfiggere i Sassoni.
440 d.C. - Le ultime truppe romane vengono ritiratedalla Britannia e prende il potere Ambrogio Aureliano, in alcune leggende supposto padre di Merlino e zio di Re Artù.

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Edited by Melisande - 23/5/2007, 20:22
 
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