Alesia, Gallia 52 a.C.

« Older   Newer »
  Share  
giosantorusso
view post Posted on 19/4/2007, 15:10




L'esercito romano era comandato da Cesare, aiutato dai comandanti di cavalleria Marco Antonio, Tito Labieno e Gaio Trebonio, mentre la coalizione delle tribù galliche si era riunita sotto la guida di Vercingetorige, re degli Arverni. Alesia fu l'ultimo fra i grandi scontri tra Galli e Romani e marcò il punto di svolta delle guerre galliche in favore di Roma.

L'assedio di Alesia è considerato uno dei più grandi successi militari di Cesare e ancora è uno dei classici esempi di assedio e accerchiamento. L'evento è descritto da diversi autori contemporanei, incluso lo stesso Cesare attraverso il suo De bello gallico. Dopo la vittoria romana, la Gallia fu soggiogata e divenne provincia romana. In seguito il rifiuto del Senato romano di concedere a Cesare l'onore del trionfo per i suoi successi contribuì a portare alla guerra civile del 49–45 a.C.

La città era stata scelta dai Galli come sede del comando generale della guerra, per la sua sacralità e per la sua posizione ben difesa, come riferisce lo stesso Cesare. La scelta si rivelò invece una trappola, poiché le imponenti contro difese costruite dall'esercito assediante riuscirono a bloccare del tutto i rifornimenti agli assediati ed ostacolarono l'arrivo di soccorsi da altre regioni.

Inadatti alle armi, i Mandubi, proprietari della città, furono costretti dall'esercito di coalizione ad allontanarsi a causa della grave carenza di cibo. Si offrirono quindi prigionieri all'esercito romano, ma furono rifiutati, in quanto in quel momento delicato anche l'esercito di Cesare aveva risorse razionate ed i prigionieri andavano sorvegliati, oltre che sfamati ed ospitati. I Mandubi furono quindi costretti a vagare in un territorio già devastato da continue campagne militari, con esigue possibilità di sopravvivenza.

L'esercito di coalizione si gettò alla fine in una disperata carica contro l'esercito degli assedianti, in posizione privilegiata, nel tentativo di ricongiungersi con i rinforzi che ormai si potevano vedere avanzare nella pianura. Seguì un massacro, in cui uomini e cavalli caddero gli uni sugli altri, travolti solo in parte dalle perfette opere d'assedio messe in atto dai Romani, e in gran parte condannati dalla stessa asperità dei luoghi dov'erano rifugiati e che avrebbero dovuto proteggerli.

image

Alesia era su una posizione fortificata in cima ad una collina con spiccate caratteristiche difensive, circondata a valle da fiumi. Per tali ragioni Cesare convenne che un attacco frontale sarebbe stato un suicidio ed optò per un assedio, confidando di costringere i Galli alla resa per l'inedia. Considerando che circa 80 000 soldati si erano barricati assieme alla popolazione civile locale, non ci sarebbe voluto molto tempo a stremarli. Per garantire un perfetto blocco, Cesare ordinò la costruzione di una serie di fortificazioni, chiamata "circonvallazione", attorno Alesia. I dettagli di quest’opera ingegneristica sono descritti da Cesare nei Commentari e dagli scavi archeologici nel sito. Nel tempo record di tre settimane furono innalzati circa 18 chilometri di fortificazioni alte 4 metri, 27 fortilizi (castella). L'interno di questa fortificazione era lambito da due fosse larghe quattro metri e mezzo e profonde circa uno e mezzo. La fossa più vicina alla fortificazione fu riempita con l'acqua dei fiumi circostanti. Erano necessarie considerabili capacità ingegneristiche per una tale opera, ma non nuove per uomini come gli edili, gli ufficiali di Roma, che una volta avevano deviato il Tevere verso il Circo Massimo per la simulazione di una battaglia navale, come forma di pubblico intrattenimento e che pochi anni prima, in 10 giorni, avevano costruito un ponte attraverso il Reno con somma meraviglia dei Germani. Queste fortificazioni erano rinforzate da trappole e profonde buche davanti al fossato, e torri d'avvistamento equidistanti presidiate dall'artiglieria Romana.

La cavalleria di Vercingetorige attaccò spesso durante i lavori di costruzione nel tentativo di evitare il completo accerchiamento. La cavalleria ausiliaria dei Germani dimostrò ancora una volta il suo valore tenendo a bada gli attacchi. Dopo circa due settimane di lavori, un distaccamento della cavalleria dei Galli tentò la fuga attraverso una sezione ancora non terminata delle fortificazioni. Anticipando il rischio che potesse giungere un esercito in aiuto ai Galli, Cesare ordinò la costruzione di una seconda linea di fortificazioni, la controvallazione, che era rivolta verso l'esterno e pose il proprio esercito tra le due fortificazioni. La fortificazione esterna era identica alla prima ma estesa per 21 chilometri e comprendeva quattro accampamenti di cavalleria. Questa serie di fortificazione avrebbero dovuto difendere l'esercito Romano quando sarebbero giunte le forze di soccorso a favore dei Galli: i Romani erano gli assedianti e pronti ad essere assediati.

A questo punto, le condizioni di vita ad Alesia stavano diventando insostenibilmente pessime. Con 80 000 soldati e la popolazione locale, troppe erano le persone ammucchiate all'interno del forte con troppo poco cibo per tutti. I Mandubi decisero di espellere le donne ed i bambini dalla cittadella nella speranza di risparmiare cibo per i soldati e sperando che Cesare potesse aprire una breccia nelle fortificazioni per lasciarli andare. Questa sarebbe potuta essere un'opportunità per rompere le linee Romane. Ma Cesare ordinò che nulla dovesse essere fatto per i civili e così le donne ed i bambini furono lasciati morire di fame in quella terra di nessuno fra le mura della città e le fortificazioni di assedio. Il crudele destino dei loro familiari peggiorò il già compromesso morale all'interno delle mura. Vercingetorige pur facendo enormi sforzi per cercare di tenere alto il morale, dovette affrontare la resa da alcuni dei suoi uomini. Tuttavia in quelle ore disperate giunsero delle forze in soccorso agli assediati (20 settembre), incoraggiandoli a resistere e combattere ancora un altro giorno.

Battaglia

21 settembre
I Galli, comandati da Commio, attaccarono la linea esterna di difesa di Cesare, mentre Vercingetorige sferrò un attacco simultaneo dall'interno: la superiorità numerica dei Galli diede loro un leggero vantaggio, ma nessuno dei tentativi ebbe successo anche grazie al fatto che l'esercito romano, oltre ad aver eretto delle fortificazioni con tante insidie, disponeva anche di catapulte e scorpioni, tanto che al tramonto i combattimenti erano conclusi.


Notte fra il 22 e 23 settembre
Il giorno seguente l'attacco dei Galli avvenne durante la notte. Questa volta ebbero più successo e Cesare fu costretto ad abbandonare alcune sezioni delle sue fortificazioni. Solo grazie alla rapidità nella risposta della cavalleria guidata da Antonio e Gaio Trebonio salvò i Romani dalla sconfitta. Anche la linea interna fu attaccata, ma la presenza delle fosse e delle trappole antiuomo come le barriere di tronchi appuntiti conficcati nel suolo e le buche con punte acuminate che gli uomini di Vercingetorige si trovarono a dover attraversare, rallentarono (e uccisero in gran numero) abbastanza l'attacco impedendo loro di sorprendere l'avversario. All'imbrunire i Galli furono costretti alla ritirata dopo essere stati respinti due volte dalle forze guidate da Antonio e Trebonio. Ora anche l'esercito Romano versava in condizioni precarie. Ritrovandosi loro stessi assediati, pur essendo allo stremo delle forze, cominciarono a razionare il cibo.


Mezzogiorno del 24 settembre
Nel giorno successivo Vercassivellauno, un cugino di Vercengetorige, lanciò un attacco di massa con 60.000 uomini, focalizzandolo in un punto debole nelle fortificazioni Romane (L'apertura nel cerchio illustrata in figura) che Cesare cercò di nascondere, ma che fu scoperto dai Galli. Nell'area in questione, per via delle caratteristiche naturali della zona, non fu possibile costruire un muro continuo. L'attacco fu sferrato in combinazione con le forze di Vercingetorige le quali pressarono ogni angolo delle fortificazioni interne. Cesare richiamò alla disciplina ed al coraggio i suoi uomini e semplicemente diede l'ordine di stringere le linee. Di persona galoppò attorno al perimetro per incoraggiare i suoi legionari. La cavalleria di Labieno fu mandata a supportare la difesa della breccia nelle fortificazioni. Con l'aumentare della pressione, Cesare fu costretto a contrattaccare l'offensiva interna e riuscì a respingere gli uomini di Vercingetorige. Nel frattempo la sezione guidata da Labieno era al limite del tracollo. Cesare intraprese una disperata misura e prese 13 coorti di cavalleria (circa 6.000 uomini) attaccò l'esercito soccorritore di 60.000 soldati. Quest'azione sorprese sia chi attaccava, sia chi difendeva. Nel vedere il loro comandante correre un tale rischio, gli uomini di Labieno raddoppiarono i loro sforzi ed i Galli lasciandosi prendere subito dal panico provarono a ritirarsi. Come in altri esempi di guerre nell'antichità, l'indietreggiare non allineato rese l'esercito una facile preda per le disciplinate milizie romane inseguitrici.

Notte fra il 24 e 25 Settembre
Vercingetorige getta le armi ai piedi di Cesare. Lionel-Noël Royer, 1899I Galli scappati in ritirata furono inseguiti e massacrati ma tanti furono anche quelli catturati. Cesare nei suoi Commentarii rimarca che i Galli si salvarono dal completo annientamento solo per il fatto che i suoi uomini erano ormai esausti per le battaglie sostenute e per l'inseguimento.


26 Settembre
Ad Alesia, Vercingetorige fu testimone della sconfitta dell'esercito giunto in suo soccorso. A causa della fame e del basso morale, fu costretto ad una resa senza duello finale. Il giorno dopo, il comandante Gallico con fierezza depose le sue armi a Giulio Cesare, mettendo fine all'assedio di Alesia.

image

Comandanti
Vercingetorige Giulio Cesare
Forze presenti (secondo le fonti di Cesare)
Galli:80 000 Fanti
e 12 000 Cavalieri nell'oppidum + 246 000 dell'esercito di soccorso
Romani:10 o 12 legioni romane
ovvero 72 000 Fanti, e la cavalleria germana (circa 10 000)
Perdite
Galli: 150 000 caduti, 70 000 deportati
Romani:8.000



 
Top
giosantorusso
view post Posted on 26/5/2007, 15:05




opere difensive dell'accampamento cesariano:

image

ricostruzione:

image
 
Top
1 replies since 19/4/2007, 15:10   2057 views
  Share