IL FUOCO GRECO, ARMA SEGRETA DELL'IMPERO ROMANO D'ORIENTE

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BasileusI
view post Posted on 22/5/2008, 12:57




IL "FUOCO GRECO"

Il “fuoco greco” era l’arma segreta dell’Impero Bizantino e fu inventato nel 672 dopo Cristo da CALLINICO, un ingegnere siriano emigrato a Costantinopoli.

Si trattava di una formidabile miscela esplosiva che veniva inserita in appositi proiettili lanciati da lunghissima distanza tramite appositi tubi in bronzo, detti “sifoni”.
Qualcuno ha ipotizzato che il suo ingrediente principale fosse il salnitro; pertanto, l’invenzione di CALLINICO anticipò l’invenzione della polvere da sparo. Da quanto risulta, i proiettili infuocati non si spegnevano nemmeno a contatto con l’acqua, provocando inesorabili incendi contro le navi nemiche. Proprio per questa sua particolarità, il “fuoco greco” venne impiegato quasi esclusivamente nelle battaglie sul mare.

Il suo utilizzo consenti alla flotta imperiale un predominio indiscusso sul Mediterraneo per circa 5 secoli, dal 673 quando venne utilizzato per la prima volta dall’imperatore COSTANTINO IV Pogonato contro la flotta araba che assediava Costantinopoli, fino al 1221 quando i Mussulmani riuscirono ad impossessarsi del segreto della sua formula di fabbricazione, per poi riutilizzarlo a loro volta contro le navi dei Cristiani.

Inutile dire quanto fosse ambito conoscerne la formula, ma mai segreto militare fu conservato più a lungo e ciò grazie ad accorgimenti preventivi di efferata spregiudicatezza: pochissimi erano gli addetti preposti alla sua fabbricazione, che venivano chiusi all’interno di un fabbricato dotato di mura spessissime e di granito (larghe circa 12 piedi), super sorvegliato e angusto (la luce vi arrivava solo grazie a finestrini altissimi e dotati di poderose inferriate).
Al suo interno vi lavoravano una ventina di operai, quasi tutti ex condannati a morte che avevano accettato di commutare la pena con una detenzione perpetua, muta e sorda: era infatti consuetudine – al fine di preservare il segreto militare e scongiurare possibili ammiccamenti e corruttele dall’esterno – che a costoro venisse tagliata la lingua e bruciati i timpani con un ferro rovente…

UNA INVENZIONE CHE HA SEGNATO LA STORIA DELLA CIVILTA’ EUROPEA E OCCIDENTALE
L’invenzione della formula del “fuoco greco” ha un’importanza di valore incalcolabile, giacché diede uno strumento di assoluto valore strategico in mano a coloro che, per posizione geografica, erano il naturale baluardo all’espansione mussulmana in Europa.
Non a caso venne utilizzato per la prima volta proprio nel momento in cui l’Impero bizantino stava per essere travolto dall’invasione araba o saracena.

Come disse uno dei maggiori bizantinisti - Georg Ostrogorsky nel suo libro “Storia dell’Impero bizantino” - << … nella grande lotta per la difesa dell’Europa dall’avanzata araba, la vittoria di COSTANTINO IV rappresenta una svolta di importanza mondiale >>, come più tardi la vittoria dell’imperatore LEONE III nel 718 (che pure distrusse col “fuoco greco” la flotta araba che assediava Costantinopoli… dopo questa disfatta gli Arabi non ebbero mai più la forza di ripetersi) e, infine, quella del 732 ad opera, questa volta, del franco CARLO MARTELLO a Poitiers.
Di queste tre eventi, l’offensiva più minacciosa da parte araba, durata diversi anni consecutivamente (674 – 678), è stata quella che, nel 678, vide vittorioso COSTANTINO IV (il quale salì al trono a soli 16 anni e il cui padre, COSTANTE II, aveva trasferito la residenza della corte imperiale a Siracusa).
Cosa successe in quegli anni?
<< …Nel 663 – riferisce Ostrogorsky – gli Arabi riapparvero in Asia Minore e, da allora in poi, le incursioni si ripeterono di anno in anno. La regione venne interamente devastata e gli abitanti deportati e fatti schiavi; nel frattempo gli Arabi erano giunti fino a Calcedonia e molti di loro restarono a svernare in territorio bizantino. Ma la lotta decisiva, la lotta per Costantinopoli e quindi per l’esistenza stessa dell’Impero bizantino si svolse in mare. Il califfo MU ‘AWIYA riprese il piano di conquista interrotto per disordini interni 10 anni prima, quando gli Arabi avevano occupato Cipro, Rodi, Coo; questa catena di isole venne completata con la conquista di Chio; nel 670 si impadronì della penisola di Cizico, nelle immediate vicinanze della capitale bizantina. Gli Arabi avevano così in mano una base sicura per le operazioni contro Costantinopoli. Ma prima di sferrare l’attacco contro la capitale, nel 672 un distaccamento della flotta araba prese Smirne, mentre un altro si impadroniva delle coste della Cilicia.
Nella primavera del 674 ebbe inizio l’azione decisiva: una squadra imponente apparve di fronte alle mura di Costantinopoli. La battaglia si protrasse per tutta l’estate; e lo stesso spettacolo si ripetè negli anni successivi. Ma tutti i tentativi degli Arabi di espugnare la più salda fortezza del mondo furono vani; furono costretti ad abbandonare la lotta e nel 678 lasciarono le acque bizantine dopo aver subito dure perdite nelle battaglie navali di fronte alle mura di Costantinopoli. Allora venne usato per la prima volta il famoso “fuoco greco”, che da allora in poi renderà servizi preziosi ai Bizantini… (per la cronaca, furono circa 30.000 gli arabi periti)… Il vecchio califfo MU ‘AWIYA si vide costretto a concludere con Bisanzio un trattato di pace per 30 anni, col quale si impegnava a pagare all’imperatore ogni anno un tributo di 3.000 monete d’oro, di 50 prigionieri e 50 cavalli
>>.

La composizione chimica del “fuoco greco” era nota solo all’imperatore di turno e ai pochi addetti che lavoravano nella fabbrica; ancor oggi se ne disconosce la formula in quanto non tramandata ai posteri.
 
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