Lucio Anneo Seneca.

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Giosanto
view post Posted on 26/1/2008, 00:39




Lucio Anneo Seneca, anche noto come Seneca o Seneca il giovane, (latino: Lucius Annaeus Seneca;Cordoba, Spagna, 1° dicembre 4 a.C. circa - Roma, probabilmente ottobre 65) fu filosofo, politico e drammaturgo dell'antica Roma.

Lucio Annéo Seneca, figlio di Seneca il Vecchio, nacque a Cordoba, capitale della Spagna Betica, una delle più antiche colonie romane fuori del territorio italico, in un anno di non certa determinazione; le possibili date attribuite dagli studiosi sono in genere tre: è 3 a.C e il 4 a.C., l'1 a.C.: sono tutte ipotesi possibili che si fondano su vaghi accenni presenti in alcuni passi delle sue opere (in particolare De tranquillitate animi e Epistulae ad Lucilium). La famiglia di Seneca, gli Annei, ha origini antiche ed è Hispaniensis, cioè non originaria della Spagna, ma discendente da immigrati italici, trasferitisi nella Hispania Romana nel II secolo a.C., durante la fase iniziale della colonizzazione della nuova provincia. La città di Cordoba, la più famosa e grande di tutta la provincia, aveva assimilato fin dalle origini l'élite economica e intellettuale della popolazione italica; intensi erano i suoi rapporti con Roma e la cultura latina.

Non si hanno notizie di esponenti della famiglia degli Annei coinvolti in attività pubbliche prima di Seneca. Il padre del filosofo, Seneca il Vecchio, era di rango equestre come attesta Tacito negli Annales e autore di alcuni libri di Controversiae e di Suasoriae; scrisse anche un'opera storica che però è andata perduta. A Roma egli costituì il luogo ideale per realizzare le proprie ambizioni. Al fine di rendere più agile l'inserimento alla vita sociale e politica dei figli, si trasferì a Roma negli anni del principato di Augusto, dove si appassionò all'insegnamento dei retori e diventò assiduo delle sale di declamazione. Sposò in età abbastanza giovane una donna di nome Elvia da cui ebbe tre figli:

il primogenito Lucio Anneo Novato, che prese il nome di Lucio Giunio Gallio Anneano dopo l'adozione da parte dell'oratore Giunio Gallio; intraprese la carriera senatoria e diventò proconsole sotto Claudio.
il secondogenito Lucio Anneo Seneca
il terzogenito Lucio Anneo Mela (padre del poeta Lucano), che si dedicò agli affari.
Lo stesso Seneca parla dei suoi fratelli:

« Volgiti ai miei fratelli, vivendo i quali non ti è lecito accusare la fortuna. In entrambi hai quanto può allietarti per qualità opposte: uno, con il suo impegno, ha raggiunto alte cariche, l'altro, con saggezza, non se ne è preso cura; trai sollievo dall'alta posizione dell'uno, dalla vita quieta dell'altro, dall'affetto di entrambi. Conosco i sentimenti intimi dei miei fratelli: uno ha cura della sua posizione sociale per esserti di ornamento, l'altro si è raccolto in una vita tranquilla e quieta per aver tempo di dedicarsi a te. »
(Consolatio ad Helviam, 18, 2)

Seneca, fin dalla giovinezza, ebbe alcuni problemi di salute; era soggetto a svenimenti e attacchi d'asma che lo tormentarono per diversi anni e lo portarono a vivere momenti di disperazione, ricordandolo persino in una lettera:

« La mia giovinezza sopportava agevolmente e quasi con spavalderia gli accessi della malattia. Ma poi dovetti soccombere e giunsi al punto di ridurmi in un'estrema magrezza. Spesso ebbi l'impulso di togliermi la vita, ma mi trattenne la tarda età del mio ottimo padre. Pensai non come io potessi morire da forte, ma come egli non avrebbe avuto la forza di sopportare la mia morte. Perciò mi imposi di vivere; talvolta ci vuole coraggio anche a vivere. »
(Epistulae ad Lucilium, 78, 1-2)

E ancora:

« L'assalto del male è di breve durata; simile ad un temporale, passa, di solito, dopo un'ora. Chi, infatti, potrebbe sopportare a lungo quest'agonia? Ormai ho provato tutti i malanni e tutti i pericoli, ma nessuno per me è più penoso. E perché no? In ogni altro caso si è ammalati; in questo ci si sente morire. Perciò i medici chiamano questo male "meditazione della morte": talvolta, infatti, tale mancanza di respiro provoca la soffocazione. Pensi che ti scriva queste cose per la gioia di essere sfuggito al pericolo? Se mi rallegrassi di questa cessazione del male, come se avessi riacquistato la perfetta salute, sarei ridicolo come chi credesse di aver vinto la causa solo perché è riuscito a rinviare il processo. »
(Epistulae ad Lucilium, 54, 1-4)
 
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