Gladio.

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Giosanto
view post Posted on 11/12/2007, 16:30




Gladio è il nome di un'organizzazione clandestina di tipo "stay behind" ("stare in retroscena") promossa dai servizi d'informazione italiani e dalla NATO per contrastare un'eventuale invasione sovietica dell'Italia.

Malgrado Gladio sia propriamente utilizzato in riferimento solo alla "stay-behind" italiana (o, secondo alcuni, la principale e più duratura tra diverse stay-behind che operarono in Italia), il termine è stato applicato dalla stampa anche ad altre operazioni di tipo stay-behind. Durante la guerra fredda, quasi tutti i paesi dell'Europa occidentale organizzarono reti stay-behind sotto controllo NATO.

L'esistenza di Gladio, sospettata fin dalle rivelazioni rese nel 1984 dal membro di Avanguardia Nazionale Vincenzo Vinciguerra, durante il suo processo, fu riconosciuta dal Presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti il 24 ottobre 1990, che parlò di una "struttura di informazione, risposta e salvaguardia". Gladio è stata accusata di aver tentato di influenzare la politica interna usando la strategia della tensione.

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Negli anni '50, era comune negli ambienti NATO la convinzione che, in caso di guerra contro l'Unione Sovietica, questa avrebbe potuto occupare inizialmente gran parte del territorio dell'Europa occidentale, in quanto le forze corazzate sovietiche avrebbero potuto agevolmente travolgere le prime linee di resistenza. Si ipotizzava che una prima linea di resistenza effettiva avrebbe potuto essere approntata sul Reno. Questo avrebbe comunque comportato la perdita di buona parte della Germania Occidentale, dell'Italia settentrionale e della Danimarca.

Durante la Seconda Guerra mondiale, gli Alleati avevano coordinato l'attività dei movimenti resistenziali nei paesi occupati dall'Asse attraverso una rete di organizzazioni, coordinate da una speciale branca dei servizi d'informazione del Regno Unito, il SOE (Special Operations Executive). Il SOE venne dimesso dopo la fine del conflitto, ma fu riattivato all'inizio degli anni '50, come nucleo di una nuova organizzazione che aveva il compito di porre in essere una rete di resistenza nei vari paesi europei, nel caso questi fossero stati occupati dall'Armata Rossa o nel caso i comunisti avessero preso il potere attraverso un colpo di stato.

Un primo gruppo di nazioni (Stati Uniti, Regno Unito, Francia) costituì dunque il CPC, Comitato per il coordinamento, per pianificare, in caso d'invasione, le attività comuni svolte dai rispettivi servizi d'informazione in supporto alle operazioni militari dell'Alleanza atlantica. La struttura di coordinamento era sottoposta alla direzione del Comando supremo delle forze alleate in Europa (SHAPE).

Oltre ai tre paesi fondatori, diversi altri paesi NATO entrarono successivamente nella struttura. L'Italia lo fece in via ufficiale nel 1964, ma già in precedenza erano attivi accordi bilaterali tra SIFAR (l'allora Servizio d'Informazione delle Forze Armate) e CIA tesi ad arruolare ed addestrare nuclei di operativi in grado di organizzare la resistenza armata sul territorio occupato da un'invasione o controllato da "forze sovversive".

Nel 1964, oltre all'Italia, i paesi aderenti erano Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania Occidentale, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. In seguito, aderirono anche Danimarca e Norvegia. Altri paesi NATO, come Grecia, Turchia, Spagna e Portogallo non entrarono mai, a quanto risulta, nel comitato di coordinamento. Peraltro, organizzazioni simili, pur non collegate con la struttura NATO, vennero probabilmente create in quasi tutti i paesi occidentali che temevano un'invasione sovietica, compresi stati neutrali come Austria, Finlandia, Svezia e Svizzera.

L'esistenza di queste forze militari NATO clandestine rimase un segreto strettamente sorvegliato durante tutta la guerra fredda fino al 1990, quando il primo troncone della rete internazionale fu reso pubblico in Italia. Il suo nome in codice era Gladio, la parola che indica la corta spada a doppio taglio usata dai Romani. Il governo ne ordinò lo scioglimento il 27 luglio 1990. L'Italia insistette che identiche forze armate clandestine erano esistite anche in tutti gli altri paesi dell'Europa occidentale. Questa ammissione si rivelò corretta e successive ricerche trovarono che nel Belgio, le forze segrete della NATO erano state denominate in codice SDRA8, in Danimarca Absalon, in Germania TD BJD, in Grecia LOK, nel Lussemburgo Stay-Behind, nei Paesi Bassi I&O, in Norvegia ROC, nel Portogallo Aginter, in Svizzera P26, in Turchia Contro-Guerriglia ed in Austria OWSGV. I nomi in codice degli eserciti segreti in Francia, in Finlandia, in Spagna ed in Svezia rimangono tuttavia sconosciuti.

Dopo avere appreso della scoperta, il Parlamento Europeo stilò una risoluzione criticando aspramente il fatto:

« Queste organizzazioni operavano e continuano ad operare del tutto al di fuori della legalità dal momento che non sono soggette ad alcun controllo parlamentare [e] richiedono una piena indagine sulla natura, struttura, intenti e ogni altro aspetto di queste organizzazioni clandestine. »


Al momento solo Italia, Belgio e Svizzera condussero indagini parlamentari, mentre l'amministrazione del presidente americano George H. W. Bush rifiutò di commentare, essendo nel mezzo dei preparativi per una guerra contro Saddam Hussein nel Golfo Persico, e temendo potenziali danni per l'alleanza militare."[1]

Operante in tutta la NATO, Gladio era coordinata dal Clandestine Planning Committee, l'organo multinazionale controllato dal Belgio dallo SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe). In un articolo dell'"International Herald Tribune" datato 13 novembre 1990, Joseph Fitchett parla della "Resistenza della Nato", e dice che queste reti anticomuniste, finanziate in parte dalla CIA, erano presenti in tutta Europa, comprese nazioni neutrali come Svezia e Svizzera.

Gladio aveva come asse centrale il Gehlen Org, utilizzando molti ex nazisti, e si presume che la loggia massonica segreta P2 abbia lavorato con esso (il Gran Maestro, Licio Gelli, era un membro di Gladio). Il fondatore della CIA Allen Dulles fu una delle persone chiave nell'istituire l'operazione Gladio, e la maggior parte delle operazioni di Gladio fu finanziata dalla CIA. Il leader della Democrazia Cristiana Aldo Moro (assassinato dalle Brigate Rosse nel 1978) talvolta è stato associato da qualcuno a Gladio. Il suo omicidio tuttavia mise fine al compromesso storico tra il Partito Comunista Italiano (PCI) e la Democrazia Cristiana (DC), che sembra fosse uno degli obiettivi della strategia della tensione seguita da Gladio.

Lo scopo principale dell'Operazione Gladio era di contrastare una possibile invasione dell'Europa occidentale da parte dell'Unione Sovietica e del Patto di Varsavia attraverso sabotaggio e atti di guerriglia dietro le linee nemiche. La NATO temeva il fatto che l'Unione Sovietica possedesse un'ampia superiorità per potenza militare convenzionale, da cui l'Europa occidentale e la NATO non avrebbero potuto sperare di sconfiggere l'Armata Rossa in un conflitto diretto senza ricorrere all'uso delle armi nucleari. Le organizzazioni "stay-behind" della NATO rappresentavano una possibilità di combattere nel caso di una sconfitta militare dovuta alla supremazia militare dell'Unione Sovietica. Le sue cellule clandestine erano destinate a "stare nascoste" (stay behind in inglese, da cui il nome) in territori controllati dal nemico e comportarsi come movimenti di resistenza, conducendo sabotaggi, guerriglia e uccisioni. Vennero considerate altre forme di resistenza clandestina e non convenzionale, come le "operazioni false flag" (attentati e simili operazioni rivendicate sotto falsa bandiera per fomentare divisioni politiche), e attacchi terroristici
 
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Giosanto
view post Posted on 11/12/2007, 18:53




Sebbene la temuta invasione sovietica fosse divenuta, col passar degli anni, sempre più improbabile, le organizzazioni "stay-behind" e le loro strutture continuarono ad esistere.

Negli ultimi decenni, in particolar modo dopo la fine della guerra fredda e la dissoluzione dell'Unione Sovietica, sono emersi numerosi indizi e sospetti sulle relazioni intrattenute da queste organizzazioni o da personaggi ad esse collegate con l'eversione di destra e con tentativi di colpo di stato.

In Italia, si è ipotizzato il coinvolgimento di Gladio, o di sue strutture e suoi membri, nella cosiddetta strategia della tensione. In Germania l'esecutore di un attentato nel 1980 a Monaco di Baviera, ha riferito che l'esplosivo proveniva da un deposito della Stay-behind tedesca. In un articolo del 7 novembre 1990 del quotidiano francese "Le Monde", un ufficiale della Gladio francese affermò che "a seconda dei casi, avremmo dovuto contrastare o favorire il terrorismo di estrema sinistra o estrema destra"[2]. Secondo un articolo del dicembre 1990 del "Guardian" a firma di Ed Vulliamy, la prima ragione della scoperta di Gladio fu "un gruppo di giudici che esaminavano lettere scoperte a Milano in ottobre, nelle quali, prima del suo omicidio, il leader democristiano Aldo Moro affermava di temere che "un'organizzazione ombra" accanto ad "altri servizi segreti dell'Occidente […] potrebbero essere implicati nella destabilizzazione [politica nde] del nostro Paese"[3].

Secondo la recente storiografia azioni di Gladio o di gruppi dei Servizi italiani all'interno della strategia della tensione potrebbero anche rientrare negli obblighi determinati dalle direttive del Piano Demagnetize.

 
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