Portella della Ginestra, La strage.

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Giosanto
view post Posted on 8/12/2007, 13:01




Il 1 maggio 1947, nell'immediato dopoguerra, si tornava a festeggiare la festa dei lavoratori, abolita durante il regime fascista.
Circa 2000 lavoratori della zona di Piana degli Albanesi, in prevalenza contadini, si riunirono nella vallata di Portella della Ginestra, nei pressi di Palermo, per manifestare contro il latifondismo, a favore dell'occupazione delle terre incolte e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo nelle recenti elezioni per l'Assemblea Regionale.

Su questa folla in festa partirono, dalle colline circostanti, delle raffiche di mitra che lasciarono sul terreno 11 morti (9 adulti e 2 bambini). Solo quattro mesi dopo si seppe che a sparare materialmente furono gli uomini del bandito Salvatore Giuliano. Non fu mai fatta luce sui reali mandanti della strage, anche se il rapporto dei carabinieri faceva chiaramente riferimento ad "elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali".

In relazione a tale strage, oggetto di approfondite inchieste, numerosi studiosi, politici e componenti della Commissione Antimafia, hanno posto in evidenza il tema delle collusioni politiche a vario livello. Intervenendo alla seduta della Camera dei deputati del 26 ottobre 1951, Girolamo Li Causi affermava:

Tutti sanno che i miei colloqui col bandito Giuliano sono stati pubblici e che preferivo parlargli da Portella della Ginestra nell'anniversario della strage. Nel 1949 dissi al bandito: "ma lo capisci che Scelba ti farà ammazzare? Perché non ti affidi alla giustizia, perché continui ad ammazzare i carabinieri che sono figli del popolo come te?". Risposta autografa di Giuliano, allegata agli atti del processo di Viterbo: "Lo so che Scelba vuol farmi uccidere perché lo tengo nell'incubo di fargli gravare grandi responsabilità che possono distruggere la sua carriera politica e finirne la vita". È Giuliano che parla. Il nome di Scelba circolava tra i banditi e Pisciotta ha preteso, per l'attestato di benemerenza, la firma di Scelba; questo nome doveva essere smerciato fra i banditi, da quegli uomini politici che hanno dato malleverie a Giuliano. C'è chi ha detto a Giuliano: sta tranquillo perché Scelba è con noi; Tanto è vero che Luca portava seco Pisciotta a Roma, non a Partinico, e poi magari ammiccava: hai visto che a Roma sono d'accordo con noi?

In tempi più prossimi la tesi delle collusioni ad altissimo livello, fino al capolinea del Quirinale, è stata assunta e rilanciata da Sandro Provvisionato, in Misteri d'Italia (Laterza 1994), e da Carlo Ruta, il quale nel prologo de Il binomio Giuliano Scelba (Rubbettino 1995)scrive:

Sugli scenari che si aprirono con Portella della Ginestra, alcuni quesiti rimangono aperti ancora oggi: fino a che punto quegli eventi tragici videro realmente delle correità di Stato? E quali furono al riguardo le effettive responsabilità, dirette e indirette, di taluni personaggi chiamati in causa per nome dai banditi e da altri? Fra l'oggi e quei lontani avvenimenti vige, a ben vedere, un preciso nesso. Nel pianoro di Portella venne forgiato infatti un peculiare concetto della politica che giunge in sostanza sino a noi.

Una tesi più grave, recente, ma non accettata da tutti gli storiografi, attribuisce invece la strage ad una coincidenza di interessi tra i post-fascisti legati alla X MAS di Junio Valerio Borghese, i servizi segreti USA (preoccupati dell'avanzata socialista - comunista in Italia) ed i latifondisti siciliani.

« I rapporti desecretati dell’Oss e del Cic (i servizi segreti statunitensi della Seconda Guerra Mondiale), che provano l’esistenza di un patto scellerato in Sicilia tra la cosiddetta “banda Giuliano” e le forze paramilitari del fascismo di Salò (in primis, la Decima Mas di Junio Valerio Borghese e la rete eversiva del principe Pignatelli nel meridione) sono il risultato di una ricerca promossa e realizzata negli ultimi anni da Nicola Tranfaglia [1] (Università di Torino), dal ricercatore indipendente Mario J. Cereghino e da chi scrive[2]. »
(da Edscuola, Dossier a cura del prof. Giuseppe Casarrubea)
« Il Giuliano allora si è avvicinato a me chiedendomi dove fosse mio fratello. Ho risposto che si trovava in paese con un foruncolo. Egli allora mi ha detto: 'E' venuta la nostra liberazione'. Io ho chiesto: -E qual è?- Ed egli di rimando mi disse: 'Bisogna fare un'azione contro i comunisti: bisogna andare a sparare contro di loro, il 1° maggio a Portella della Ginestra. Io ho risposto dicendo che era un'azione indegna, trattandosi di una festa popolare alla quale avrebbero preso parte donne e bambini ed aggiunsi: 'Non devi prendertela contro le donne ed i bambini, devi prendertela contro Li Causi[3]e gli altri capoccia' »
(Dichiarazione di Gaspare Pisciotta)

Non fu mai possibile dimostrare la veridicità di questo scenario, tramite testimonianza diretta, perché Giuliano fu ucciso nel 1950. Il probabile assassino, il suo luogotenente Gaspare Pisciotta, venne a sua volta ucciso nel 1954, avvelenato in carcere con della stricnina nel caffè, dopo aver preannunciato rivelazioni sulla strage. Sosteneva di aver ucciso Giuliano dietro istruzioni del Ministro dell'Interno Mario Scelba e di aver raggiunto un accordo con il colonnello Ugo Luca, comandante delle forze anti banditismo in Sicilia, di collaborare, a condizione che non fosse condannato e che Luca sarebbe intervenuto in suo favore qualora fosse stato arrestato.

« Il nominato Gaspare Pisciotta di Salvatore e di Lombardo Rosalia, nato a Montelepre il 5 marzo 1924, raffigurato nella fotografia in calce al presente, si sta attivamente adoperando - come da formale assicurazione fornitami nel mio ufficio in data 24 giugno c. dal colonnello Luca - per restituire alla zona di Montelepre e comuni vicini la tranquillità e la concordia, cooperando per il totale ripristino della legge. »
(stralcio dell'attestato di benemerenza rilasciato al bandito Gaspare Pisciotta a firma del ministro Mario Scelba)
 
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lamammadizidane
view post Posted on 14/3/2008, 11:14




Giuliano lavorava per tutti: mafia, istituzioni legali e movimenti autonomistici. Era un personaggio scomodo. Lo ammazzò Pisciotta nel sonno (anche se le istituzioni sostennero per troppo tempo che era stato colpito durante uno scontro a fuoco con le forze dell'ordine). Anche Pisciotta fu ammazzato (in carcere, con un caffè alla stricnina). A proposito, consiglio a tutti di leggere lo stupendo articolo di Tommaso Besozzi che scosse l'Italia con questo sensazionale scoop delle menzogne sulla dinamica dell'uccisione di Giuliano. Il pezzo scritto per "L'Europeo" diede vita a un nuovo stile giornalistico più romanzato al quale successivamente si ispirarono altri, tra i quali spicca Oriana Fallaci, collega di Besozzi all'Europeo.
 
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Giosanto
view post Posted on 14/3/2008, 11:39




grazie per il consiglio...
 
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2 replies since 8/12/2007, 13:01   198 views
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