Alessandro Magno.

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Giosanto
view post Posted on 15/5/2007, 11:52 by: Giosanto




La Campagna nei Balcani
Dopo la morte di Filippo, Alessandro, all'età di 20 anni, fu acclamato re dall'esercito e immediatamente si occupò di consolidare il suo potere, facendo sopprimere i possibili rivali al trono. Perirono Aminta, il figlio di Perdicca III di cui Filippo era stato tutore, diversi fratellastri di Alessandro e Cleopatra, la giovane moglie di Filippo, il cui zio Attalo fu raggiunto da un sicario in Asia Minore. Consolidato il suo potere in Macedonia, egli cominciò ad espandere la propria autorità nei Balcani cominciando dai Greci. Arrivato a Larissa, egli ribadì ai tessali le proprie buone intenzioni nei loro confronti, cioè come protettore nei confronti dei Persiani. A un'assemblea della Lega Tessalica, Alessandro fu eletto capo, gli fu affidata l'amministrazione delle entrate e gli fu promesso l'appoggio nella Lega Ellenica. Successivamente gli stati greci nella Lega di Corinto, eccetto Sparta, proclamarono Alessandro comandante, delle loro forze contro la Persia.

Appoggiato da tutti i Greci, Alessandro avviò la campagna dei Balcani contro i Triballi e gli Illiri. Avanzando nella Tracia, egli sterminò quasi completamente tutti i suoi nemici. Egli trascorse quasi 4 mesi nei Balcani orientali prima di puntare a ovest ed entrare nel territorio degli agriani. Clito, figlio di Bardilo II, che regnava in quello che è l'odierno Kosovo sui Dardani e Glaucia, re dei Taulanti (presso Tirana), erano in rivolta. Saputo ciò Alessandro raccolse tutti i suoi uomini: circa 25000 fanti e 5000 cavalieri. La battaglia cruciale si combatté a Pelio occupata da Clito e la battaglia fu vinta grazie ad una mossa geniale di Alessandro nel "Passo del lupo", presso Pelio. In Grecia, tuttavia, si sparse la voce che Alessandro fosse rimasto ucciso in battaglia, e questa notizia provocò una nuova ribellione delle città greche, alimentata dai Persiani. Con una marcia rapidissima di più di 200 km, Alessandro raggiunse Tebe, la circondò e la rase al suolo, risparmiando unicamente i templi degli dei e la casa del poeta Pindaro, ottenendo la sottomissione completa delle altre città, eccetto Sparta.
 
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