La vergine delle rocce. Leonardo da Vinci.
Al centro della tavola si trova la Madonna, in una posizione leggermente sopraelevata rispetto a San Giovanni bambino, che ella ricopre con il mantello in segno di protezione. La mano sinistra è tesa sopra al capo di Gesù bambino, in segno di benedizione, mentre egli è abbracciato da un angelo, sedutogli a fianco. Le quattro figure sono disposte a croce e sono collegate tra loro da sguardi e gesti: S. Giovannino prega Gesù, che lo benedice, mentre l'angelo lo indica, creando così una visuale "circolare".
Le espressioni dei volti sono molto studiate e rese abilmente grazie all' uso di luci ed ombre e all'effetto sfumato; permane la tendenza tipica di Leonardo a rappresentare profili mascolini e spigolosi. La figura umana, inoltre, non è circoscritta e isolata, bensì si fonde armonicamente con il paesaggio circostante.
Nell'opera si può notare l'accenno ad un modulo fondamentale della composizione cinquecentesca, cioè la struttura piramidale del gruppo, struttura che è apprezzabile ancor più in "La Vergine, Sant'Anna, il Bambino e l'agnello" dello stesso autore e che sottolinea ulteriormente l'espressività dei gesti dei personaggi.
Sopra alle teste delle figure, fin sullo sfondo, si apre una grotta. Nonostante questa sia vicina, l'effetto tridimensionale è molto efficace perché legato all'apertura delle rocce sullo sfondo. Il paesaggio in lontananza si perde nella foschia, le figure non sono più nitide e definite, e cambia anche il gradiente del colore; l'effetto tridimensionale non è più un fattore mentale, bensì dipende dall'effetto atmosferico, in quanto la presenza dell'aria costituisce un velo che offusca la visione. Questa nuova tecnica prospettica creata da Leonardo e diversa dalla prospettiva esatta è stata denominata dalla critica prospettiva aerea.
L'anemone rosso, che richiama il colore del sangue, è una sorta di precognizione del sacrificio che Gesù, adulto, compirà per l'umanità intera, morendo crocifisso.