Alfabeto runico.

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Giosanto
view post Posted on 5/12/2007, 20:53




L'alfabeto runico, detto "fužark", dalla sequenza delle prime 6 lettere che lo compongono (Fehu, Ur, Žurs, Ansuz, Raido, Ken), era l'alfabeto usato dalle antiche popolazioni germaniche (come ad esempio Angli e Juti). L'alfabeto runico fužark era inizialmente formato da 24 singoli caratteri chiamati rune. Si conoscono evoluzioni successive del fužark, diverse per numero e forma delle rune. La grafia delle singole rune, composte da linee rette, dipende dal fatto che spesso le incisioni erano effettuate su pietra, su legno, su superfici dure.

Il fužark arcaico (ca. 150–800) era cosģ composto:

image

Le rune germaniche probabilmente derivano da una scrittura appartenente al gruppo delle cinque principali varietą di alfabeto italico settentrionale, derivato dall'alfabeto etrusco. Tale alfabeto č conosciuto solo attraverso alcune iscrizioni che furono scoperte nell'area alpina e prealpina. Scritture simili furono usate per il Lepontico, il Retico e il Venetico. L'esame delle iscrizioni dello scavo archeologico in corso ad Auronzo di Cadore sul monte Calvario sta spiegando la formazione dell'alfabeto runico.

La tradizione scandinava attribuisce a Odino il dominio delle rune, quali sorgenti magiche di ogni potere e sapienza. Il mito della "scoperta" delle rune da parte del dio, viene riferito in una strofa del poema eddico Hįvamįl, dove si legge:

« Veit ek, at ek hekk

vindgameiši į
nętr allar nķu,
geiri undašr
ok gefinn Óšni,
sjalfur sjalfum mér,
į žeim meiši
er manngi veit
hvers af rótum renn.

Viš hleifi mik sęldu
né viš hornigi,
nżsta ek nišr,
nam ek upp rśnar,
ępandi nam,


fell ek aftr žašan. » (IT)
« Lo so io, fui appeso

al tronco sferzato dal vento
per nove intere notti,
ferito di lancia
e consegnato a Odino,
io stesso a me stesso,
su quell'albero
che nessuno sa
dove dalle radici s'innalzi.

Con pane non mi saziarono
né con corni [mi dissetarono].
Guardai in basso,
feci salire le rune,
chiamandole lo feci,


e caddi di lą. »
(Edda poetica - Hįvamįl - Il Discorso di Hįr 138-139)

Il passo č in larga parte oscuro, soprattutto perché manca in questo caso il riferimento esplicativo nell' Edda in prosa di Snorri. L'autosacrificio di Odino, qui descritto, nel quale il dio si sarebbe volontariamente impiccato a un albero e trafitto con una lancia, rispecchia perfettamente le modalitą dei sacrifici umani che venivano tributati al dio nella Scandinavia precristiana. Le vittime venivano infatti impiccate e quindi trafitte a colpi di lancia, come attestato ad esempio nella Saga di Gautrekr. L' Hįvamįl non specifica la natura dell'albero a cui il dio si sarebbe appeso, ma si ritiene comunemente di poterlo identificare con Yggdrasill, il frassino cosmico della mitologia norrena. Il nome significa "destriero di Yggr", dove Yggr, "terribile", č un epiteto dello stesso Odino. Il termine drasill, "destriero", č a sua volta leggibile nella letteratura scaldica come una kenning (metafora poetica) a indicare la forca alla quale venivano appesi gli impiccati.
Nel rito descritto si riconoscono anche motivi inerenti all'iniziazione sciamanica, derivati probabilmente dal mondo finnico. Si riteneva infatti che gli sciamani acquistassero i loro poteri di mediatori col mondo soprannaturale attraverso vari rituali di morte e rinascita, spesso descritti con tinte non diverse dal racconto dell'Hįvamįl.

Ogni Runa si compone di 3 aspetti. Questa č una triade e non puņ essere separata, in quanto nessuna di queste tre parti puņ avere senso da sola: ognuna implica l'esistenza e la sussistenza delle altre due.

Il suono (il nome pronunciato): valore fonetico della Runa č la sua caratteristica vibratoria nell'aria e nello spazio. Questa rappresenta la qualitą creativa che risiede nella magia della vocalizzazione. Č la qualitą alla quale pensiamo quando immaginiamo la parola di Dio, per esempio. Puņ essere applicata alla voce.
Il glifo della Runa (la sua forma): rappresenta la sua qualitą visibile. Questa č, forse, la caratteristica che riusciamo a comprendere meglio, in quanto - come esseri umani - riusciamo a trasporre un'enfasi eccezionale in quello che possiamo vedere. Puņ essere applicata alla vista.
Il contenuto simbolico: rappresenta il significato (o i significati) che sono stati attribuiti alla Runa; tuttavia, č facile comprendere come, anche questo aspetto sia solo un pallido riflesso del reale significato della Runa, che resta, comunque, celato ai nostri 5 sensi. Questo perché le Rune esistono in una realtą molto pił estesa di quella tridimensionale e possono, quindi, solo essere accennate nel diagramma bidimensionale che siamo superficialmente disposti a concepire. Non puņ essere applicata, i significati delle rune possono essere concepiti e elucubrati soltanto da alcune menti, che hanno, come dire, un sesto senso, sovraterreno.
Poiché le rune appartenevano ai popoli Germanici ed Italici del Nord, possono dare un senso ai discorsi sulla superioritą Ariana. Ma tutto ciņ non č scientificamente provato, perché appunto, č difficilmente applicabile. Č soltanto possibile vedere la razza delle persone, non se possiedono questa mente capace di concepire le rune. Queste persone sono una minoranza, ma se si raggruppassero credo potrebbero rifare gruppi di comprensione delle rune.

 
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